Lettera22punto0 – Blog di Loris Pironi

25 febbraio 2011

Chi si rivede (in Rai), Giulianone Ferrara. Avrà una striscia informativa tutta sua subito dopo Minzolini

Filed under: Giornalismi,Tele-visione — lettera22punto0 @ 5:51 PM
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Chi si rivede, in Rai, Giuliano Ferrara. Dopo il Tg di Minzolini troverà spazio anche il Giulianone nazionale con una striscia informativa serale immediatamente dopo il Tg1 delle 20. Se Rai2 e Rai3 suonano i tamburi di Santoro, Floris e (perfino) Saviano, Rai1 farà suonare il trombone del direttore de Il Foglio. Una collaborazione importante per un posizionamento importante nei palinsesti. (more…)

17 settembre 2010

L’usato garantito di Enrico Mentana: gli ascolti record del suo Tg a La7 sono l’elogio della normalità

Incredibile: da quando è tornato in video, sembra che il giornalismo sia risorto. E anche una rete secondaria (pur apprezzabile) come La7 si è scoperta un vero e proprio punto di riferimento per l’informazione in Italia. Cosa è cambiato nel Tg di La7 rispetto a prima dello sbarco di piperito Mentana? Molto poco, all’apparenza. Era un telegiornale completo e corretto prima, non troppo schierato, e lo è oggi. Un fatto è certo: grazie proprio al suo direttore, il telegiornale della settima rete italiana adesso non è più snobbato dai big della politica. Perché, potendo scegliere dove andare a raccontare le stesse cose (anche nel senso che è sempre aria fritta…), al Tg5, magari su Rai3 oppure dal buon Mentana, oggi, un politico che si rispetti sa che Mentana offre più che mai un buono share e un impatto mediatico più forte. (more…)

16 ottobre 2009

Libertà di stampa e limiti di responsabilità, scusate ma io sto con Napolitano

Giorgio Napolitano 2

Altro che le carnascialesche manifestazioni per la libertà di stampa. Malgrado qualche suo scivolone (vedi la firma sul lodo Alfano), ho sempre più stima, ogni giorno che passa, per il nostro Presidente Giorgio Napolitano. Che, in occasione della giornata mondiale dell’informazione ha invocato da una parte l’equilibrio da parte della politica nei confronti dell’informazione, e dall’altra ha sottolineato che i media devono ricordarsi che hanno dei “limiti di responsabilità”.

Ribadisco ancora una volta che, a mio parere, da addetto ai lavori, in Italia il vero problema non è la libertà di stampa, ma l’incontinenza della politica che ha impregnato le redazioni dei giornali, e il bipolarismo dell’informazione che impedisce di sfoderare ragionamenti a colori: solo bianco o solo nero.

Questo non vuole dire che fare il giornalista in Italia sia semplice e senza intoppi, ma le querele di Berlusconi a Repubblica mi fanno meno paura di quelle che arrivano alle redazioni dei giornali locali, più deboli e decisamente meno tutelati. E le minacce, quelle serie, che fanno rabbrividire (ma che puntualmente passano sotto silenzio), sono quelle che colpiscono non gli opinionisti ma i giornalisti che lottano sul campo, che parlano di mafia e di camorra. Quelli che non vanno a caccia di scoop rovistando nei cestini della carta straccia dei colleghi direttori di giornali, ma che mettono il naso nelle discariche controllate dalla malavita. Sono loro che andrebbero difesi a spada tratta, non (solo) i paperoni come Santoro.

Napolitano parla ancora di un discorso di tre anni fa in cui in occasioni analoghe a quella di oggi, espresse “il profondo convincimento circa il carattere discriminante che l’esistenza di una stampa e di una informazione pluralistiche e libere assume per distinguere la democrazia dal dispotismo. E nello stesso tempo volli sottolineare come nei sistemi democratici e costituzionali dell’Occidente occorra combinare più valori, più diritti degni di tutela, come sancito d’altronde nell’articolo 10 della Convenzione europea del 1948 sui diritti dell’uomo”.

Il nostro Presidente ha concluso dicendo che “si tratta di equilibri difficili e sempre oggetto di controversie, ma a cui non si può sostituire da parte del giornalismo la sottovalutazione di limiti e di responsabilità da riconoscere e da proiettare nel proprio modo di lavorare”.

Come non essere d’accordo?

2 ottobre 2009

Ascolti record per l’accoppiata d’oro Santoro-D’Addario. E’ la tv, bellezza!

Michele Santoro

Oltre sette milioni di telespettatori per la puntata più pruriginosa di Annozero, quella che ha visto Michele Santoro portare in studio la “escort” Patrizia D’Addario, praticamente senza contraddittorio (per scelta dell’entourage di Berlusconi e del Pdl). Per la precisione gli spettatori sono stati 7 milioni e 338 mila spettatori con uno share del 28,92%. Si tratta di un record per la trasmissione: si pensi che la puntata precedente, lanciata dalle infuocate polemiche politiche degli ultimi due giorni, si era fermata a due milioni in meno. A tenere testa all’agguerrito Santoro c’è riuscito soltanto l’intramontabile Terence Hill, con il suo Don Matteo che si è fermato a quota 5 milioni 773 mila spettatori (il 21,87% di share). Strabattuto il Doctor House, che nel suo ritorno su Canale 5 con la prima puntata della nuova serie ha registrato 4 milioni e 840 mila spettatori, con uno share del 15,93%. Che dire: è la tv, bellezza.

da www.sanmarinofixing.com

30 settembre 2009

Carta straccia e tv spazzatura, il buon costume non basta più. Si modifichi la Costituzione

top-cat_riunione di redazione

Notizie-spazzatura? Diamole ai gatti (qui il simpaticissimo Top Cat con la sua redazione, pardon, con la sua gang)

L’articolo 21 della Costituzione, alla fine del primo periodo dell’ultimo comma, recita testualmente: “Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume”. Vogliamo che sia integrato con “o lesive della dignità della persona o del diritto alla riservatezza”? E’ questo il senso della proposta di modifica che il Presidente Emerito Francesco Cossiga ha sottoscritto, insieme ad altri 40 senatori, per contrapporre una diga al dilagante imbarbarimento dei media, stampa e tv in un unico calderone. Siete d’accordo con questa proposta? Intanto ci si interroga in questi giorni sulla libertà di stampa. Può darsi che in uno dei miei prossimi post mi cimenterò con qualche sano ragionamento sul grande dilemma di questi giorni: la libertà di stampa (in Italia, non in Venezuela) è davvero a rischio? I poveri Santoro, Vauro, Travaglio, Fazio (ma lui che c’entra?), martirizzati – ma oggi santificati – da un debordante Premier, sono davvero la bandiera di una categoria che rischia di essere ammainata? Personalmente ritengo la manifestazione programmata in difesa della libertà di stampa una ridicolaggine, nella migliore delle ipotesi una iniziativa strumentale. Il vero problema è la deriva trash del giornalismo, sempre più costretto a frugare nel bidone della spazzatura per scovare qualcosa da tirare addosso all’avversario di turno. Solo che non dovrebbe pensarci la politica – mi riferisco soprattutto al caso Rai ma anche alla proposta di modifica della Costituzione – ad arginare (per le proprie convenienze di parte) questo che è un problema reale. Dovrebbero essere gli stessi giornalisti ad avere un proprio decoro personale. E dove non ci arrivano loro, cioè noi, dovrebbe pensarci (utopia) l’Ordine dei Giornalisti. Altrimenti prima o poi finiremo per trovarci in tv una qualche escort a spiegarci come va il mondo…

16 settembre 2009

E’ uno strano martedì quando Berlusconi a se stesso preferisce il Milan

Filed under: Tele-visione — lettera22punto0 @ 1:14 PM
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Serve una didascalia?

E’ stato davvero uno strano martedì televisivo. Con Berlusconi a fare e disfare a Porta a Porta pur preferendo seguire il Milan su Sky (come ha fatto quel diavolaccio di La Russa…) e con L’Onore e il rispetto (nomen omen) di Garko a vincere la gara di ascolti. Dire che Porta a Porta e Bruno Vespa siano untuosamente appiattiti sul Governo è lapalissiano. E poi pretendere il contrario sarebbe come auspicare che Emilio Fede voti Pd o che Santoro smetta di essere fazioso. Intanto gli impietosi dati di ascolto della trasmissione con Berlusconi sulla consegna delle prime case ai terremotati di Onna fanno notizia: Gabriel Garko è riuscito dove Prodi, Veltroni e Franceschini hanno miseramente fallito, ed ha portato a casa un risultato Auditel (anche la politica si misura così oggi, vero?) che potrebbe far riflettere i vertici del Partito Democratico, ché forse il noto attore potrebbe essere più convincente alle primarie dei vari Franceschini, Marino e Bersani. Chissà una candidatura dell’ultimo momento. Ma a proposito di libertà di stampa – se ne parla molto ultimamente – mi stupiscono piuttosto un po’ le dichiarazioni di Di Pietro: è vero che il leader dell’Idv è sempre sopra le righe, ma minacciare Bruno Vespa “il boia della Rai di questo martedì”, che “quando il governo Berlusconi sarà solo un ricordo, certamente, anche il signor Vespa finirà nel dimenticatoio”, equivale a promettere un nuovo “editto bulgaro” come quello che vide protagonista il maestro Enzo Biagi. E allora, chi sarebbe il boia, caro don Tonino?

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