Il Pulitzer per la prima volta premia il giornalismo on line. In Italia siamo indietro anni luce

Mentre in Italia i giornali imbrattano pagine e pagine di preziosa carta ricopiando intercettazioni telefoniche da atti giudiziari, per fortuna c’è ancora chi continua a fare sano giornalismo.

Dal 1917 negli Stati Uniti d’America il Premio Pulitzer rappresenta un obiettivo e uno stimolo per chi cerca di interpretare la missione del giornalismo nel migliore dei modi. Anche perché se vincere un Pulitzer non ti fa diventare ricco (10 mila dollari il premio per i vincitori delle 21 categorie), permette tuttavia di mettere a segno una svolta importante nella carriera.

Mentre in Italia, dicevamo, si sguazza nel fango del retrobottega della politica – che tristezza – dalla sede della Columbia University arrivano segnali importanti.

Intanto dobbiamo dire che il premio più importante di questa edizione 2011 è andato al Los Angeles Times, giornale che non se la passa economicamente troppo bene (non è l’unico, purtroppo) ma sicuramente blasonato. Il Premio per il “Servizio Pubblico”, la medaglia considerata più importante di tutte, è andato ad un servizio che ha smascherato la corruzione in una piccola cittadina della California, Bell, 37 mila abitanti, dove gli amministratori pubblici alzavano le tasse ai cittadini per riuscire a gonfiare a dismisura i propri stipendi. Giornalismo d’inchiesta vecchio stile, insomma.

Brindisi per il Pulitzer a Propublica (Ph Dan Nguyen)

Ma la grande novità è costituita dal fatto che per la prima volta, quest’anno, è stato premiato anche il giornalismo sul web. Un trionfo per l’informazione on line di ProPublica, sito internet di giornalismo investigativo: a guadagnarsi il primo posto nella categoria “National Reporting” è stato il reportage firmato da Jesse Eisinger e Jake Bernestein sugli intrighi delle banche americane che a Wall Street, in piena crisi, sono riuscite ad arricchirsi ulteriormente alle spalle dei cittadini.

A questo punto si può aprire una piccola parentesi sul rapporto tra carta stampata e informazione on line. Se da una parte è sempre più difficile far quadrare i conti per i giornali tradizionali, dall’altra parte della barricata si incominciano a vedere (oltre Oceano, almeno) ingenti investimenti in testate che oggettivamente possono incominciare a far concorrenza agli old-media. Perché senza investimenti non si possono realizzare reportage capaci di vincere un Pulitzer, per intenderci, o comunque è molto difficile fare giornalismo di qualità.

Fare buon giornalismo sul web non è impossibile, insomma. Il difficile, casomai, sta nel far capire al lettore medio (e qui siamo tornati in Italia) la differenza tra una buona inchiesta e un mero copia e incolla, l’attendibilità di una fonte.

Ci sarebbe anche un discorso interessante sulla tipologia delle notizie che interessano davvero il fruitore delle informazioni su internet, ma su questo ci dilungheremo in un altro momento. Diciamo che per il momento almeno i giornali continuano a reggere l’urto della concorrenza on line grazie al brand consolidato delle proprie testate, le uniche ad assicurare con certezza la qualità dell’informazione. Anche se sempre più spesso attingono a loro volta dalla rete.

Chiudiamo questa breve digressione e torniamo ai Pulitzer di quest’anno, per dire che il premio per le fotografie “Breaking News” – immagini dirette, senza filtri, di quelle che vanno dritto al cuore – è andato al Washington Post per i click di Carol Guzy, Nikki Jahn e Ricky Carioti che hanno raccontato il dramma di Haiti. Infine, tanto per chiudere con il discorso dei nuovi supporti informativi, per la “narrativa” è stato premiato il libro di Jennifer Egan “A visit from the Goon Squad” che – riportano le agenzie – è stato scritto sulle slide di Power Point. Approfondiremo anche questo.

Intanto ecco la lista dei vincitori del Premio Pulitzer 2011, dal sito ufficiale, Pulitzer.org.

Journalism

PUBLIC SERVICE – Los Angeles Times

BREAKING NEWS REPORTING – No Award

INVESTIGATIVE REPORTING – Paige St. John of the Sarasota Herald-Tribune

EXPLANATORY REPORTING – Mark Johnson, Kathleen, Gallagher, Gary Porter, Lou Saldivar and Alison Sherwood of the Milwaukee Journal Sentinel

LOCAL REPORTING – Frank Main, Mark Konkol and John J. Kim of the Chicago Sun-Times

NATIONAL REPORTING – Jesse Eisinger and Jake Bernstein of ProPublica

INTERNATIONAL REPORTING – Clifford J. Levy and Ellen Barry of The New York Times

FEATURE WRITING – Amy Ellis Nutt of The Star-Ledger, Newark, N.J.

COMMENTARY – David Leonhardt of The New York Times

CRITICISM – Sebastian Smee of The Boston Globe

EDITORIAL WRITING – Joseph Rago of The Wall Street Journal

EDITORIAL CARTOONING – Mike Keefe of The Denver Post

BREAKING NEWS PHOTOGRAPHY – Carol Guzy, Nikki Kahn and Ricky Carioti of The Washington Post

FEATURE PHOTOGRAPHY – Barbara Davidson of the Los Angeles Times

Letters, Drama and Music

FICTION – “A Visit from the Goon Squad” by Jennifer Egan (Alfred A. Knopf)

DRAMA – “Clybourne Park” by Bruce Norris

HISTORY – “The Fiery Trial: Abraham Lincoln and American Slavery” by Eric Foner (W. W. Norton & Company)

BIOGRAPHY – “Washington: A Life” by Ron Chernow (The Penguin Press)

POETRY – “The Best of It: New and Selected Poems” by Kay Ryan (Grove Press)

GENERAL NONFICTION – “The Emperor of All Maladies: A Biography of Cancer” by Siddhartha Mukherjee (Scribner)

MUSIC – “Madame White Snake’” by Zhou Long, premiered on February 26, 2010 by Opera Boston at the Cutler Majestic Theatre.